top of page

Questione di forza? No, di peculiarità.

Aggiornamento: 23 dic 2023

In questi giorni un collega che ho coinvolto in un cantiere mi ha detto che, prima di vedermi lavorare, lui non avrebbe mai chiamato una donna, perché riteneva che un uomo, essendo più forte, sarebbe stato più efficiente. Se penso alle donne che conosco, realmente appassionate al loro lavoro in qualunque settore esso sia, non posso fare a meno di associare loro la caratteristica della Forza intesa come determinazione, attenzione, competenza, solerzia e resistenza. La forza fisica è necessaria, è indubbio, ma basare la propria attività solo su di essa è limitante dal punto di vista dei risultati oltre che fisicamente logorante, per chiunque. Le caratteristiche fondamentali che un Arboricoltore penso dovrebbe avere sono ben altre: le competenze, la tecnica, la formazione continua, la passione, l’umiltà, la capacità di comunicare, la predisposizione a collaborare, la capacità di organizzarsi e di gestire situazioni complesse ed in continuo divenire, l’attenzione al cliente… Chi riconosce la complessità di questo lavoro, sa che la sola forza bruta non cura gli alberi, né i rapporti con i clienti, con i collaboratori, con i fornitori, con gli Enti pubblici e nemmeno tutela la sicurezza di un cantiere, valutandone i rischi e scegliendo le soluzioni più accettabili. Sa che ci sarà sempre posto per chi vuole svolgere questa professione in toto e secondo le proprie caratteristiche ed attitudini (di genere ma soprattutto personali). Sono contenta di averglielo dimostrato e di averlo fatto ricredere ma anche consapevole ed amareggiata della diffusione, ancora troppo ampia, del preconcetto che questo sia “un lavoro da soli uomini”. Se è vero che tutti veniamo misurati sulla base del lavoro prodotto so per esperienza che, nel caso di una donna, spesso la possibilità di essere misurata non viene concessa. In altri casi il lavoro viene ostacolato o svilito, non per inabilità o incompetenze oggettive ma per preconcetti ed ignoranza, condizionando le reali possibilità lavorative. Sì, è anche un lavoro faticoso fisicamente. Ma si tratta di allenamento fisico e mentale, di osservazione, di equilibrio ed ascolto dei limiti del proprio corpo. Si tratta di sapersi organizzare, anche per limitare gli sforzi e per ritagliarsi i dovuti tempi di recupero. Si tratta di riconoscere che il lavoro è quasi sempre di squadra ed ognuno apporta il suo contributo, perché nessuno, uomo o donna che sia, sa o è predisposto per fare tutto da solo. Perché una donna dovrebbe scegliere questo lavoro? Mi è stato chiesto così tante volte e non lo so. Posso rispondere solo per me: io, Silke, ho scelto questo lavoro perchè mi permette di esprimere e migliorare le mie capacità ed attitudini continuamente, unendo tante delle mie passioni e collaborando con persone davvero speciali, con cui condivido obiettivi importanti. E le soddisfazioni che questo lavoro dà dal punto di vista professionale, etico ed umano sono davvero moltissime. Anche per una donna.



0 commenti
bottom of page